IVG: interruzione volontaria di gravidanza e sostegno psicologico
Le richieste di un sostegno psicologico a seguito di un’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), anche se avvenuta parecchio tempo prima, spesso mi arrivano in maniera sommessa o sono celate dietro altri tipi di esigenze, quasi come se dopo un avvenimento di questo tipo non fosse lecito chiedere un sostegno psicologico o come se il senso di colpa rendesse quasi un pena dovuta il malessere provato.
L’interruzione volontaria di gravidanza o aborto volontario è un tema che si pone al punto di incontro di molteplici questioni di natura etica, religiosa, medica e psicologica tale da essere un argomento di facile discussione in quanto evento astratto che non riguarda la propria vita ma divenire un tabù ed un fatto da nascondere quand’anche solo lo si pensa in relazione alla propria storia personale.
La scelta di interrompere una gravidanza non è mai facile, indipendentemente dalle ragioni per cui viene presa questa decisione o viene considerata questa ipotesi.
L’aborto volontario comporta inevitabilmente uno stato di dissociazione nella donna e, qualora presente, nell’uomo che le sta accanto. Per procedere con l’interruzione di gravidanza è necessario pensare che si sta solo impedendo ad un piccolissimo insieme di cellule di svilupparsi ulteriormente. Questo tipo di pensiero per forza di cose, nel momento in cui si decide di abortire, deve lasciare in secondo piano la questione che quell’insieme di cellule è un primo abbozzo di vita che, se non si intervenisse, si svilupperebbe divenendo il proprio figlio o la propria figlia.
Spesso è proprio quest’ultimo aspetto che emerge poi prepotentemente nei giorni e nei mesi successi all’aborto e sembra non lasciare alla donna o alla coppia nessun’altra possibilità di pensiero. In questa fase di frequente compaiono sintomi depressivi, disturbi del sonno e stati di ansia e non di rado emergono difficoltà relazionali all’interno della coppia o più in generale della famiglia.
Queste emozioni e sensazioni fanno parte del processo del lutto. Aldilà delle questioni etiche o religiose sul punto in cui cominci effettivamente la vita o la possibilità dell’embrione e poi del feto di provare emozioni e/o sensazioni di piacere/dispiacere, dal punto di vista psicologico quel che risulta rilevante è che in termini di pensiero e di fantasie si sa che con la propria scelta si è impedito il concretizzarsi di una possibile nuova storia per il proprio futuro.
A questo vissuto spesso di associa il senso di colpa e l’idea di poter aver fatto una scelta sbagliata o eccessivamente influenzata da altre persone o da fattori e questioni in realtà di non così importante rilievo. In questo senso il malessere che si prova può venir vissuto quasi come una giusta pena da espiare.
Dal punto di vista psicologico, con queste persone faccio un lavoro a piccoli passi, cercando di offrire il più possibile uno spazio di ascolto e di accoglienza non giudicante.
Assieme alla persona o alla coppia cerco di approfondire le ragioni che possono averli portati alla decisione di interrompere le gravidanza, cercando di inserire queste ragioni all’interno della loro storia personale e familiare. La premessa da cui parto è, infatti, quella per cui la decisione che la donna o la coppia ha preso è quella che in quel momento riteneva migliore per sé, per il possibile nascituro e per l’eventuale famiglia già esistente.
Ricercare le motivazioni della propria scelta è spesso molto doloroso ed anche difficile perché col senno di poi possono sembrare tutte motivazioni errate. È importante però per la persona riprendere contatto con quella parte di sé per recuperare il senso della propria scelta e per riattivare anche un proprio ruolo in prima persona nel prendersi cura di sé stessa e del proprio futuro. Più che di un perdono, per me in questa fase si tratta di accettare che in quel momento della propria vita, con le risorse che si avevano a disposizione, la decisione di interrompere la gravidanza fosse la scelta migliore che si potesse prendere.
Questo passaggio comporta il guardare con maggior indulgenza a sé stessi e permette anche di aprire la strada alla possibilità di riconoscere il proprio come un lutto degno di essere vissuto, affrontato ed elaborato.
In questa seconda fase invito solitamente le persone ad esprimere a voce alta le proprie fantasie in modo tale da rendere esplicita quella parte di pensieri relativi al proprio possibile figlio non nato messi in secondo piano nel momento in cui si è scelto di abortire ma che ora si manifestano con un dolore che si fatica a placare.
È una fase molto delicata, in cui la tristezza e la sofferenza sembra travolgere le persone, ma il cercare di concretizzare i proprio pensieri ipotizzando il possibile sesso del bambino o della bambina, pensando ad un eventuale nome e magari trovando un oggetto o un simbolo che possa rappresentarlo/a può permettere di iniziare a definire i confini di questo grande dolore. Son passaggi che vanno fatti con i tempi che la donna o la coppia reputa più opportuni e che un po’ alla volta possono permettere di prendersi cura della propria ferita e di permetterle di cicatrizzarsi.
Le persona in questo modo possono arrivare a ritrovare lo spazio mentale per ripensare al proprio futuro, fare nuovi progetti, aprirsi a nuovi desideri e concedersi la possibilità di essere nuovamente sereni.
Ricercare una nuova armonia personale, di coppia e/o familiare non vuol dire cancellare questo triste evento ma accettarlo come parte della propria storia, un po’ come quando si cade, ci si fa male, magari ci sanguina la ferita ma un po’ alla volta la ferita si cicatrizza. Così come, nel tempo, riguardando la ferita non proviamo la stessa sofferenza del momento della caduta ma ricordiamo comunque il dolore di quei momenti, lo stesso potrà avvenire in relazione alla nostra decisione di interrompere la gravidanza.
Ti ritrovi in una situazione di questo tipo? Hai da poco scoperto di essere incinta e stai valutando se interrompere la gravidanza? Se vuoi puoi chiamarmi al numero 3490560187 o scrivermi a sara.lindaver@libero.it
Potrai trovare uno spazio in cui esprimere liberamente le tue emozioni ed i tuoi pensieri ed avere la possibilità di ritrovare un tuo benessere.
Sono disponibile sia in studio che online.
Studio di Psicologia e Psicoterapia a Padova
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Dott.ssa Sara Lindaver Psicologa Psicoterapeuta
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