ADOZIONE BAMBINO
ADOZIONE: DALLA PARTE DEL BAMBINO
Alcune riflessioni per le aspiranti coppie adottive e non solo sull’adozione di un bambino
Nell’immaginario comune l’adozione pare essere la soluzione felice a molti problemi: di una coppia che non riesce ad avere figli, di una madre e di un padre che non vogliono averne e di un bambino “fortunato” a cui viene data la possibilità di vivere in un posto migliore.
Ricordo, in merito, la frase di una papà adottivo: “Tutti mi dicono che Nico è un fortunato ad aver trovato dei genitori come noi. Io rispondo sempre che fortunati sono gli altri bambini, quelli che hanno avuto la possibilità di nascere e crescere con i propri genitori senza aver subito un abbandono”.
Io credo che sia proprio questo il punto cardine che permette ad un aspirante coppia adottiva di assumere un punto di vista consapevole in merito all’adozione: si tratta sempre e comunque di un bambino abbandonato e nel migliore dei casi semplicemente non voluto, nei casi peggiori, che purtroppo spesso sono anche i più comuni, si tratta di un bambino vittima di violenza fisica e psicologica assistita e subita.
Fortunatamente in Italia i minori abbandonati alla nascita da madri che partoriscono esercitando il loro diritto a non riconoscere il figlio sono sempre meno, per effetto di efficaci campagne sociali volte a prevenire gravidanze e nascite indesiderate.
La maggior parte dei bambini attualmente adottati in Italia proviene da Paesi stranieri ed ad ha un’età media attorno ai 6 anni.
Un’idea di bambino quindi molto diversa da quello che può essere un neonato in fasce, magari dai tratti simili ai genitori adottivi.
La scelta di adottare comporta l’accogliere nella propria vita e nella propria famiglia per sempre ed in qualità di genitori un bambino che ha già una sua storia, antecedente al proprio incontro, che per molti aspetti è dolorosa.
Immaginiamoci di trovarci da soli in un Paese straniero molto diverso dal nostro Paese di origine, di non conoscerne la lingua, gli odori ed i sapori, di aver dovuto abbandonare per sempre tutti quelli che erano i nostri precedenti legami e di ritrovarci circondati da persone che non capiamo bene cosa vogliano da noi.
Questo è probabilmente il vissuto di un bambino adottivo nei primi momenti in cui entra a far parte della sua nuova famiglia. Paura, stordimento, incomprensione possono essere alcune delle emozioni provate ma i modi in cui il bambino le esprime possono essere svariati. C’è il bambino che può reagire con crisi di rabbia in cui spacca tutto e si comporta in maniera aggressiva e violenta, c’è il bambino che scoppia in crisi di pianto inconsolabili, c’è il bambino che può reagire immobilizzandosi e sembrando all’apparenza impassibile a tutto.
Molte aspiranti coppie adottive si domandano come mai gli Enti per l’adozione spesso richiedano di imparare la lingua straniera e trascorrere lunghi periodi nel Paese di Origine del bimbo prima di poterlo adottare. Si tratta di una richiesta che viene fatta ai genitori nell’interesse del bambino, per favorire una conoscenza reciproca prima di un cambiamento radicale e per consentire ai genitori di prendere parte agli usi e costumi, ai sapori, alle tradizioni di quel Paese in modo tale, per quanto è possibile, di cercare di mantenere una sorta di filo di continuità nella storia del bambino.
Diventare genitori adottivi non è quindi solamente un accogliere un bimbo “senza famiglia” nella propria casa”. Si tratta di far entrare nella propria vita un bambino che sicuramente necessita amore ma che necessita anche di genitori che siano in grado di prendersi cura dei suoi traumi e disposti a farsi aiutare nelle situazioni più difficili.
I colloqui psico-sociali svolti dalle Equipe Adozioni preposte per la selezione delle aspiranti coppie adottive, spesso sono vissuti come una forma di eccessiva invadenza della propria sfera personale. Tuttavia questi colloqui avvengono nell’interesse del minore e della coppia. Sono finalizzati a valutare le possibili competenze genitoriali delle coppia nel far fronte alla possibilità di accogliere e curare le ferite di cui ogni bambino adottato è portatore per evitare ulteriori traumi al bambino ma anche per tutelare la coppia e far sì che il proprio desiderio di diventare genitori si realizzi in una condizione di serenità.
Tu ed il tuo partner state valutando di adottare un bambino? Volete trovare uno spazio dove poterne parlare assieme?
Avete ricevuto un decreto di non idoneità all’adozione ed avete il desiderio di approfondire gli aspetti ritenuti non idonei?
Potete fissare un appuntamento chiamando il numero 3490560187 o scrivere a sara.lindaver@libero.it.
Per saperne di più sull’argomento puoi leggere anche: L‘adozione di un figlio
Psicologa Psicoterapeuta Adozioni Padova
Studio di Psicologia e Psicoterapia
dott.ssa Sara Lindaver
Psicologa Psicoterapeuta Adozioni Padova
Via G. Canestrini 67 bis Padova
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