A proposito di fecondazione eterologa
A proposito di fecondazione eterologa.
La ricerca di un figlio ad età sempre più avanzate e l’aumento delle difficoltà riproduttive ha portato ad un incremento delle coppie che intraprendono percorsi di procreazione medicalmente assistita per cercare di diventare genitori. Ho già affrontato questa tematica nell’articolo Infertilità e sterilità: quando un figlio fatica ad arrivare.
Vorrei ora affrontare una questione più specifica in merito alla procreazione medicalmente assistita: la fecondazione eterologa, ovvero quel tipo di fecondazione in cui il seme maschile o l’ovulo femminile non appartiene a uno dei genitori, ma a un donatore esterno alla coppia.
Alla luce del decreto della Corte Costituzionale del giugno 2014 che stabilisce che il divieto per le coppie sterili di ricorrere alla fecondazione eterologa è privo di adeguato fondamento costituzionale, anche in Italia si è aperta la strada alla fecondazione eterologa. Prima di allora molte coppie che decidevano di intraprendere questo percorso erano costrette a recarsi in centri di procreazione medicalmente assistita all’estero con costi molto elevati.
Ma che significato psicologico assume per la coppia e per il futuro figlio questo tipo di fecondazione?
Il ricorso alla fecondazione eterologa avviene in coppie in cui uno dei due partner ha una diagnosi di sterilità assoluta e che si trova a doversi confrontare con la propria incapacità a concepire. Per il partner sterile questa situazione può influire pesantemente sulla propria immagine di sé e può assumere la caratteristiche di un vero e proprio lutto per l’impossibilità di avere un figlio, erede del proprio patrimonio biologico e dei propri tratti somatici. E’ importante che entrambi in membri della coppia siano consapevoli di questo aspetto e vi si confrontino in modo tale da poter elaborare assieme questi vissuti e superare eventuali attribuzioni di colpe e sentimenti di inadeguatezza. Questo passaggio è fondamentale affinchè eventuali malumori, conflitti celati, frustrazioni o quant’altro non ricadano sul nascituro.
I figli nati tramite la fecondazione assistita sono bambini generalmente molto attesi e ricercati sui cui i genitori e spesso anche le famiglie allargate nutrono molte aspettative. Sono bambini che sono stati a lungo immaginati e che sono stati presenti nell’immaginazione dei genitori ben prima che fra le loro braccia. Il momento del parto, come per ogni gravidanza, permette il confronto fra il bambino immaginato ed il bambino reale.
Il conoscere per la prima volta il proprio figlio spesso porta i genitori, i parenti e gli amici a ricercare le somiglianze con la mamma e il papà, con i nonni, con gli zii…Le coppie che scelgono la strada della fecondazione eterologa possono trovarsi in queste occasioni a vivere situazioni imbarazzanti, se non avvilenti.
Si potrebbe dire che la fecondazione eterologa si collochi in una posizione intermedia fra una nascita biologica ed un’adozione: si tratta di una nascita perché il figlio cresce nel grembo materno e viene partorito dalla madre ma potrebbe essere vista come un’adozione per la mancanza di concepimento fra i membri della coppia. Da questa prospettiva, il genitore non biologico del bambino si trova a vivere una situazione che presenta molte analogie con l’adozione, in cui si sa di essere genitori di un bambino che ha un altro padre ed un’altra madre.
Esistono però delle significative differenze: nell’adozione entrambi i partner si trovano in una relazione dello stesso tipo con il figlio adottivo che non è figlio biologico di nessuno dei due membri della coppia ed allo stesso tempo, per legge, sono tenuti a non mantenere il segreto sull’adozione.
Nel caso della fecondazione eterologa è importante che i partner siano consapevoli della diversa posizione di partenza che essi hanno in relazione al proprio figlio e che mantengano aperto uno spazio di comunicazione fra loro in cui confrontarsi e sostenersi nel accettare il proprio diverso vissuto. L’evitare segreti può favorire questo processo e può consentire di esprimere più facilmente sentimenti che possono essere naturali e che, se accettati, possono permettere di vivere serenamente la propria maternità e/o paternità.
D’altro canto, credo che sia opportuno che il bambino, con tempi e modi adeguati alla sua età, venga informato di quanto i genitori lo hanno desiderato ed in che modo è stato concepito. Questo potrebbe evitare spiacevoli situazioni in cui il figlio, magari in occasioni di controlli medici, venga a scoprire da sé che qualcosa non torna. Questo potrebbe generare in lui un vissuto di tradimento che potrebbe manifestarsi con rabbia nei confronti dei propri genitori o con sentimenti negativi più diretti al proprio sé.
Qualora la coppia si trovi a vivere situazioni di difficoltà in questi delicati passaggi che vanno dalla scoperta della propria incapacità di concepire, alla scelta della procreazione medicalmente assistita ed infine alla nascita di un figlio tramite fecondazione eterologa possono essere utili alcuni colloqui di sostegno psicologico in cui poter esprimere i propri vissuti senza sentirsi giudicati e tramite cui ritrovare in sé stessi, nella coppia e più in generale nelle famiglie allargate e/o negli amici le risorse per far fronte ad eventuali momenti critici.
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A queste domande trovi le risposte nella pagina Sterilità e Infertilità.
Se vuoi conoscere l’esperienza di chi ha affrontato un percorso di fecondazione eterologa puoi leggere la storia di Paolo: Fecondazione eterologa con donatore di seme
Psicologa Psicoterapeuta Padova
Fecondazione eterologa Padova
Studio di Psicologia e Psicoterapia a Padova
dott.ssa Sara Lindaver
Psicologa Psicoterapeuta Padova
Fecondazione eterologa Padova
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