Depressione post parto e i rischi per il bambino
Depressione post parto e i rischi per il bambino
Come affrontare il post partum?
Psicologa Psicoterapeuta Padova – Dott.ssa Sara Lindaver
La Depressione Post Parto è un disturbo che interessa circa il 12% delle donne dopo il parto. È una situazione che rompe il romanticismo della nascita e che spesso è accompagnata dalla difficoltà a chiedere aiuto per il timore di essere giudicate e/o che venga allontanato il proprio figlio.
Ma di cosa si tratta?
Il più recente Manuale dei Disturbi Mentali (DSM 5) definisce la Depressione Post Parto come un episodio di depressione maggiore con esordio nel periodo della gravidanza o entro le 4 settimane dal parto, ovvero la donna comincia a soffrire di un abbassamento del tono dell’umore per cui si sente spesso triste e perde interesse o piacere per le attività quotidiane, fra cui prendersi cura del proprio bambino; si sente stanca e senza energie con un aumentato bisogno di sonno o con, al contrario, una considerevole fatica a dormire; può perdere l’appetito o avere un significativo aumento del senso di fame. Spesso questa situazione è accompagnata da un forte senso di colpa per il non essere in grado di essere la madre che si desiderava e che ci si aspettava di essere.
La Depressione Post Parto non va confusa con il cosiddetto Baby Blues, una condizione fisiologica di instabilità emotiva dovuta ai cambiamenti ormonali, che si manifesta dopo il parto e che viene meno nell’arco di due settimane.
La Depressione Post Parto può risolversi spontaneamente ad un anno dal parto. È tuttavia molto importante che la donna si faccia aiutare poiché l’alterato tono dell’umore della madre e la sua perdita di interesse può avere importanti conseguenze nello sviluppo psico-fisico del bambino.
Una madre depressa non maltratta il proprio figlio, ma assume nei suoi confronti una modalità di relazione peculiare che non favorisce le condizioni necessarie per un adeguato sviluppo del bambino.
Le esperienze fatte dai bambini nel primo anno di vita sono fondamentali per porre le basi del loro sviluppo su una molteplicità di livelli: cognitivo, emotivo, affettivo, sociale, comportamentale…
Proviamo ad immaginare come può vedere un bambino una mamma depressa…
Noterà che la mamma è sempre triste…
Proverà a sollecitare in vari modi l’attenzione della mamma ma senza successo…
Potrà conoscere solo una piccola parte del mondo che lo circonda perché per la mamma il mondo non è interessante…
Attenderà a lungo prima di essere soddisfatto nei suoi bisogni, ad esempio di nutrizione o di essere cambiato, perché la mamma è stanca…
Con che idea di sé potrà crescere questo bambino? Forse che non è degno di avere attenzione, che le persone non sono felici di stare con lui…
Si è osservato che bambini cresciuti con madri depresse presentano un maggior rischio di manifestare difficoltà scolastiche a causa di deficit cognitivi e/o disturbi dell’attenzione, probabilmente connessi alla scarsa stimolazione ricevuta nel primo anno di vita; hanno un’aumentata probabilità di soffrire di depressione, soprattutto con esordio in adolescenza; si caratterizzano per una maggior incidenza di disturbi comportamentali legati ad una scarsa modulazione dei propri vissuti emotivi per cui tendono ad esprimere le loro emozioni attraverso l’agito o il corpo.
Come è possibile affrontare questa situazione ?
Un ruolo importantissimo può essere svolto dal padre, il quale può sopperire alla madre nelle sue funzioni di accudimento, limitando i danni a carico del bambino, e può fungere da sostegno per la donna. Allo stesso tempo, anche la famiglia allargata e gli amici possono essere da supporto alla coppia genitoriale.
È fondamentale essere in grado di chiedere aiuto. Il sostegno psicologico alla madre e alla coppia è molto importante ed ha lo scopo di permettere di superare questo momento di difficoltà alleviando i possibili danni per il bambino e consentendo alla coppia di vivere con serenità il lieto evento. L’aiuto psicologico può anche avvenire a domicilio e nelle situazioni più gravi può essere valutata l’opportunità di un sostegno farmacologico.
Dott.ssa Sara Lindaver Psicologa Psicoterapeuta Padova
Studio di Psicologia e Psicoterapia a Padova
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